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IL VENTO CHE ACCAREZZA
(THE WIND THAT SHAKES THE BARLEY)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 11 dicembre 2006
 
di Ken Loach, con Cillian Murphy, Padraic Delaney, Liam Cunningham, Orla Fitzgerald (Gran Bretagna, 2006)
 
Il maestro dell'intimismo sociale inglese (e diciamo pure mondiale) torna a quei film storici ( HIDDEN AGENDA, LAND AND FREEDOM, CARLA'S SONG) che non sono mai stati fra quelli che gli nascono fra le mani con la formidabile naturalezza dei soggetti di analisi contemporanea. Da sempre Loach è straordinario quando deve rappresentare dei comportamenti; assai meno, quando cerca di convincere seguendo delle tesi. Ciò premesso, pur essendo IL VENTO CHE ACCAREZZA la cronaca del terribile inizio degli Anni Venti, quando gli inglesi “finsero” di accordare l'indipendenza all'Irlanda martoriata, allo scopo di farli ricadere dalla resistenza armata nei confronti del colonialismo alla lotta fratricida ed ancora più atroce della guerra civile, pur riferendosi ad un preciso avvenimento storico (poi facilmente riconducibile alle nostre attualità più urgenti) riesce ad emozionare, a smuovere le nostre coscienze come nei suoi momenti più alti.

E' che, nel respiro sempre lirico delle lande irlandesi, Loach scandisce il proprio discorso ideologico nella successione dovuta, la resistenza seguita dalla guerra civile, con la precisione che gli è permessa da una documentazione impeccabile. Ma, grazie alla sceneggiatura di Paul Laverty che lo segue da anni, facendo in modo di incollarsi ai suoi personaggi. Al loro quotidiano, fatto di giovinezza e di passione: di un'autenticità esistenziale che va ben oltre il calcolo politico. E che forza, quasi impone allo spettatore l'identificazione. Nessuna figura maggiore, nessuna presenza di monumenti ingombranti (“ non mi interessa un cinema nel quale sbarca qualcuno che declama: salve Lenin, mi chiamo Trotsky”…); i personaggi ai quali ci affezioniamo appartengono tutti alla gente semplice. Egualmente, la regia osserva da lontano, evitando egualmente ogni accentuazione enfatica. La guerra, la violenza, l'ipocrisia, la sopraffazione cessano allora di essere quelle entità un po' distanti ed astratte che ci hanno riconsegnato i telegiornali: riconducendo questi concetti alla tragica miseria di un scontro fra due individui. Fra i due fratelli 0' Donavan, Damien il medico che rinuncia alla carriera a Londra per raggiungere, con conseguenza che si faranno vieppiù crudeli Teddy, già inserito nella lotta armata. Fra gli amici, i vicini: tutti rappresentati con quella immediatezza dell'istante tipiche del modo di far cinema del maestro realista, che rinnova cosi l'energia dei suoi messaggi più nobili.


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